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Dieta mediterranea e attività fisica: la ricetta per far andare bene a scuola i bambini

Indice

Una dose adeguata di attività fisica. E l’adesione a un regime dietetico di tipo mediterraneo. Mescolando questi due ingredienti, è più probabile che i nostri figli abbiano un rendimento adeguato a scuola.

Un’indicazione che sembra valere indipendentemente dal ceto sociale della famiglia a cui ogni bambino appartiene, sebbene il legame tra l’adesione a un corretto stile di vita e le migliori performance scolastiche sembri riguardare soprattutto i figli di genitori laureati.

Uno stile di vita salutare migliora il rendimento scolastico dei bambini

Le conclusioni di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università Alma Mater di Bologna, pubblicato nelle scorse settimane sull’«European Journal of Pediatrics» confermano quanto importante sia ciò che la comunità scientifica si sforza di ripetere con cadenza quasi quotidiana.

Seguire uno stile di vita salutare – ovvero: la dieta mediterranea, accompagnata almeno da 150’ alla settimana di attività fisica e dalla rinuncia al fumo di sigaretta e al consumo di bevande alcoliche – non è soltanto un buon viatico verso la longevità. Ma permette di aggiungere qualità ai nostri anni di vita, a partire dall’età scolare.

Sì, perché seguendo queste poche indicazioni la memoria di lavoro degli studenti sembra incrementare. E di conseguenza le performance scolastiche, dalla scuola primaria in poi. Un viatico che, seppur non oltre ogni ragionevole dubbio, sembra poter aprire la strada a una carriera di successo.

Da cui, come sappiamo, dipendono le opportunità che ogni ragazzo avrà una volta divenuto adulto.

Memoria di lavoro: di cosa si tratta?

La memoria di lavoro può essere definita come un sistema di immagazzinamento temporaneo, che mantiene una quantità limitata di informazioni per consentirne l’utilizzo nell’immediato. Un’azione molto semplice – come ricordare il nome di una persona appena incontrata – richiede l’impiego di una determinata capacità. Ovvero quella di costruire e trattenere un modello interno di uno stimolo che proviene dall’esterno, al fine di recuperare queste informazioni al momento del bisogno.

Memorizzare un’informazione, infatti, è un’operazione piuttosto complessa che richiede prima la codifica o registrazione di uno stimolo esterno. E poi l’immagazzinamento dell’informazione, affinché possa essere utilizzata in un momento successivo.

Perché questo processo sia completo, occorre che lo stimolo immagazzinato sotto forma di idea, concetto o immagine sia rievocato e recuperato, per essere utilizzato al momento opportuno. La memoria di lavoro dunque entra in campo ogni volta che devi eseguire attività che richiedono ragionamenti, comprensione e apprendimento. Ed è fondamentale, per esempio, per migliorare il metodo di studio.

Ci sono poi una serie di ricerche che suggeriscono un collegamento molto stretto fra memoria di lavoro e l’intelligenza fluida complessiva. Vale a dire la capacità di risolvere i problemi analizzando i dati e individuando modelli e relazioni tra diversi elementi: usiamo la nostra memoria di lavoro (o memoria operativa) giornalmente in tutti i tipi di attività e soprattutto durante lo studio.

 Lo studio su un gruppo di bambini (scuola primaria) di Imola

Partendo da questi assunti, un gruppo di epidemiologi dell’Alma Mater ha voluto indagare (soprattutto) la relazione esistente tra l’adesione alla dieta mediterranea e la “working memory” (che matura soprattutto tra i 2 e gli 8 anni) in un gruppo di 106 bambini frequentanti una scuola primaria di Imola, in cui è attivo il progetto I-MOVE (volto a enfatizzare l’importanza dell’attività fisica a scuola).

I ricercatori hanno misurato l’adesione alla dieta mediterranea attraverso un questionario (otto domande) utilizzato per rilevare le abitudini alimentari nella popolazione pediatrica. Mentre per l’impegno fisico svolto, la rilevazione è stata diretta: attraverso un accelerometro indossato da ognuno di loro, che ha permesso di registrare anche l’attività effettuata durante i pomeriggi e nei fine settimana (al di là delle ore scolastiche). A seguire è avvenuta – sempre attraverso un test – la rilevazione della memoria di lavoro.

Con tutti questi dati disponibili, si è poi proceduto a incrociarli per valutare la presenza o meno di una correlazione statisticamente significativa.

Investire (a costo zero) sul futuro dei nostri figli

I risultati hanno premiato chi era abituato a seguire una dieta di tipo mediterraneo e a dedicare più tempo all’attività fisica. Un risultato che offre uno spunto anche alle istituzioni, affinché si continui a investire sulla promozione di stili di vita salutari che possono incidere anche sulle performance scolastiche e sullo sviluppo di (maggiori) abilità cognitive da parte dei più giovani.

Benessere dunque a 360 gradi: non soltanto sul piano fisico e mentale, ma pure cognitivo. L’anno scolastico sta volgendo al termine, ma non dimentichiamoci di queste evidenze: né sul breve né sul lungo termine.

Una certezza c’è: più oggi andremo in questa direzione, maggiori saranno i ringraziamenti che domani riceveremo dai nostri figli.

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