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Le diete vegetariane e vegana alleate della salute (dell’uomo e dell’ambiente)

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Buone per noi. Ma pure per l’ambiente. Le diete vegetariane e vegana si confermano tra i più validi alleati per la salute. Sia dell’uomo sia dell’ambiente.

Due questioni che – come ci dimostrano gli accadimenti degli ultimi anni: dalla pandemia di Covid-19 alla diffusione degli allevamenti intensivi – viaggiano ormai a braccetto in quella concezione di salute globale per cui la cura dell’habitat in cui viviamo è condizione essenziale per preservare le condizioni dell’uomo.

L’ultima conferma in tal senso giunge da uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica “European Heart Journal”, in cui tre biochimici clinici (Ruth Frikke-Schmidt, Emilie Kjeldsen e Caroline Koch) del Copenaghen University Hospital hanno fatto una sintesi delle evidenze scientifiche raccolte negli ultimi quarant’anni.

I benefici della dieta vegetariana sulla salute cardiovascolare

In una visione antropocentrica, potremmo limitarci a osservare i dati raccolti riguardanti la salute dell’uomo.

Passando in rassegna le conclusioni di trenta studi randomizzati, condotti tra il 1982 e il 2022 coinvolgendo quasi duemila persone, i ricercatori hanno registrato i benefici di una dieta ricca di micronutrienti vegetali (con grassi animali provenienti soltanto dal consumo di latte e derivati, in alcune diete vegetariane) su una serie di marcatori della salute cardiovascolare.

Dai livelli di colesterolo totale a quelli del cosiddetto colesterolo cattivo (Ldl), dai trigliceridi all’apoliproteina B (un trasportatore delle molecole di grasso nel sangue): tutti a vario titolo in grado di preservare i vasi sanguigni dal fenomeno dell’aterosclerosi, all’origine di malattie ischemiche quali l’infarto del miocardio e l’ictus cerebrale.

Un effetto che gli esperti hanno quantificato in un terzo di quello determinato dalle statine, la categoria di farmaci più diffusa per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. E che è stato confermato anche dal calo (-7 per cento) degli eventi cardiovascolari rispetto a quelli invece registrati tra coloro che avevano continuato a seguire una dieta onnivora.

Effetti tanto maggiori quanto più precoce è la scelta di rinunciare (o ridurre) il consumo di grassi animali

Questo non vuole dire, naturalmente, che l’efficacia di una dieta di stampo vegetariano non sia utile.

I suoi benefici (come ricordato su queste pagine anche dal cardiologo Alessandro Durante, durante uno degli ultimi podcast) sono infatti tanto più marcati quanto più precoce e duratura – la media di questa metanalisi è stata di 29 settimane: con un range variabile tra dieci giorni e cinque anni – è l’adozione di una simile strategia alimentare. E comunque, anche in chi è costretto spesso nel corso della terza età a dover assumere le statine, si può registrare un effetto sinergico che finisce per ridurre ulteriormente il rischio di andare incontro a una malattia cardiovascolare (prima causa di morte nei Paesi occidentali, Italia compresa).

Il valore aggiunto di questo studio – rispetto ad altri che già in passato erano giunti alle medesime conclusioni – è che il potenziale delle diete vegetariane è stato riconosciuto in tutti i partecipanti alla ricerca. Indipendentemente dal loro Paese di origine e di residenza, dall’età, dal diverso indice di massa corporea di partenza e senza tenere conto delle condizioni fisiche al momento dell’avvio dello studio.

Segno che la scelta è premiante in ogni caso: a prescindere da chi l’adotti.

Dalla scelta vegetariana benefici anche per la salute dell’ambiente

Come detto, però, i benefici non si limitano alla salute umana. Nella metanalisi, infatti, i ricercatori danesi hanno rimarcato anche l’importanza delle nostre scelte alimentari sulla tenuta del Pianeta. Questioni che ho avuto modo di trattare anche nel mio recente intervento al Festival di Antropologia di Pistoia.

L’adozione di diete prive o comunque a basso consumo di alimenti di origine animale – secondo i dettami della dieta mediterranea – determina infatti una riduzione delle emissioni di gas serra che la comunità scientifica quantifica tra il 35 e il 49 per cento.

Da qui il messaggio degli autori: “Dovremmo consumare una dieta varia vegetariana, moderando le quantità di alimenti e dissetandoci esclusivamente con l’acqua”. Queste le indicazioni, sebbene è opportuno precisare che non è necessario eliminare del tutto il consumo di carne (soprattutto bianca), pesce, molluschi e frutti di mare per seguire uno schema dietetico improntato alla salute.

Di seguito, per praticità, vi riporto una serie di alimenti da inserire nella dieta per prendervi cura del vostro cuore.

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