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Cosa mangiare durante e dopo le cure oncologiche

mani che tengono bowl con dentro del cibo

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Efficace, sul piano terapeutico. E vantaggioso, dal punto di vista economico. Nonostante queste caratteristiche, il supporto nutrizionale rimane una “Cenerentola”, nel campo delle cure oncologiche. La denuncia arriva dall’Associazione Italiana dei Malati di Cancro, parenti e amici (AIMAC). Sono ancora pochi, infatti, gli ospedali che assistono i malati di cancro e che garantiscono loro anche la presenza di un pool di nutrizionisti clinici in grado di supportare il lavoro di oncologi, chirurghi e radioterapisti. E questo nonostante il loro contributo risulti fondamentale per ridurre le probabilità o a ridimensionare le conseguenze della malnutrizione, un problema che riguarda 3 malati di cancro su 10 già al momento della diagnosi. E che, come documentato da diversi studi, ha un impatto significativo sulla prognosi. Le stime ufficiali dicono che il 20 per cento dei pazienti non riesce a superare la propria malattia in ragione delle conseguenze che uno stato nutrizionale non ottimale ha sull’efficacia delle terapie e sulla qualità di vita dei pazienti. Per migliorare i tassi di guarigione dal cancro, dunque, è fondamentale garantire a tutti i malati un adeguato supporto nutrizionale. E – a differenza di quanto spesso finora considerato – anche economicamente vantaggioso per i sistemi sanitari che potrebbero ottimizzare le proprie spese vedendo crollare il numero degli accessi in pronto soccorso e di una quota significativa di ricoveri evitabili.

Malnutrizione in oncologia: un’emergenza ancora troppo trascurata

È questo il dato che emerge da un position paper pubblicato sulla rivista «Supportive Care in Cancer» e redatto dal gruppo di lavoro sulla sopravvivenza e il supporto nutrizionale di Alleanza Contro il Cancro, il network composto dai 28 Istituti di Ricovero e cura (IRCCS) presenti sul territorio nazionale, dalle associazioni di pazienti oncologici e dall’Istituto Superiore di Sanità. Oltre a riprendere le evidenze scientifiche che sottolineano l’importanza dell’erogazione del supporto nutrizionale in un percorso di cure oncologiche, gli autori si sono concentrati sulla sostenibilità economica di queste terapie. Ovvero uno degli aspetti più dibattuti, poiché è ancora piuttosto radicata l’idea che una copertura assoluta da parte del Servizio Sanitario Nazionale possa rappresentare un aggravio di costi non equamente bilanciato da un impatto clinico positivo sui pazienti. In Italia la rimborsabilità dei supplementi nutrizionali orali avviene infatti a macchia di leopardo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista «Nutrition» da un gruppo di ricercatori delle Università di Pavia e Sapienza di Roma e del Centro di Ricerca sulla Gestione della Salute e dell’Assistenza Sociale (CERGAS) dell’Università Bocconi di Milano, appena il 32% degli oltre 49 milioni spesi nel nostro Paese nel 2015 per l’acquisto di supplementi nutrizionali orali è stato coperto dal sistema sanitario. Con profonde differenze su base regionale, che finiscono per creare una disparità nell’accesso alle cure dei pazienti oncologici.

Prendersi cura della dieta dei malati di cancro dà ossigeno anche alle casse dello Stato

Uno «status quo» che andrebbe modificato quanto prima, considerando i risultati portati alla luce da questo lavoro. Dopo aver analizzato le conclusioni di 73 studi condotti negli ultimi anni, gli esperti hanno concluso che, garantendo la copertura dei supporti orali nutrizionali a tutti i pazienti che ne hanno bisogno, si può rendere più efficace il percorso di cure. E garantire, al contempo, un risparmio allo Stato. «I costi sostenuti per la copertura di questi supporti terapeutici non vanno ad aggiungersi a quelli per tutti gli altri trattamenti – afferma Paolo Pedrazzoli, direttore dell’unità operativa complessa di oncologia medica del Policlinico San Matteo di Pavia e Coordinatore del gruppo di lavoro dedicato al supporto nutrizionale di Alleanza Contro il Cancro -. Oltre alle conseguenze negative sulla tolleranza dei trattamenti antitumorali, sulla qualità della vita e sulla prognosi, la malnutrizione nei pazienti con un cancro può determinare infatti un aumento delle spese sanitarie. A dettarlo, soprattutto la frequenza più alta con cui un malato oncologico malnutrito necessita di ricorrere all’ospedalizzazione: passando attraverso il Pronto Soccorso o un ricovero più lungo in reparto».

I tumori più esposti al rischio di malnutrizione

Diverse ricerche hanno dimostrato che la spesa che un sistema sanitario affronta per ricoverare (ogni volta) un paziente oncologico malnutrito oscilla tra 1.600 e 5.800 euro. Con importi che variano in base alla gravità della malnutrizione. E, di conseguenza, alla lunghezza della degenza. Complessivamente una quota compresa tra il 2 e il 10% della spesa sanitaria è dedicata all’assistenza a persone alle prese con queste problematiche. E, di conseguenza. «Per questo è fondamentale che tutti i pazienti oncologici vengano sottoposti a uno screening nutrizionale – aggiunge Pedrazzoli -. Investendo in questo ambito potremo far crescere i tassi di sopravvivenza al cancro. E, aspetto da non trascurare, contribuire alla salvaguardia del nostro servizio sanitario». I malati di cancro hanno la necessità di nutrirsi in maniera adeguata. Questo è quanto gli studi sulla nutrizione dei malati di tumore hanno portato alla luce negli ultimi anni. «Ogni anno in Italia oltre trentamila malati di cancro muoiono a causa della carenza di nutrienti», lancia l’allarme Riccardo Caccialanza, direttore dell’unità operativa complessa di nutrizione clinica del policlinico San Matteo di Pavia e prima firma del position paper. Ai rischi più alti, fin dalle prime fasi della malattia, sono esposti i pazienti colpiti da un:

  • tumore del distretto testa-collo (cavità orale, faringe, laringe, seni paranasali)
  • tumore dell’esofago
  • tumore dello stomaco
  • tumore del pancreas
  • tumore del colon
  • tumore del polmone.

Ma non per questo tutti gli altri possono essere considerati esenti.

Come modificare la dieta se si ha un tumore?

L’attenzione alla dieta nel corso delle terapie oncologiche ha un obiettivo: evitare la comparsa della malnutrizione per difetto. Dal punto di vista pratico, ci sono alcuni accorgimenti adottabili per agevolare un malato di cancro a seguire una dieta bilanciata. Ai pazienti oncologici si consiglia di mangiare poco, ma spesso: tenendo sempre a portata di mano qualcosa da sgranocchiare. E di farlo lentamente, masticando bene e riposando dopo ogni pasto. Se l’appetito è buono, non dovrebbe essere difficile assumere adeguate quantità di calorie e proteine. Al contrario, se è scarso, si può optare per alimenti più ricchi in calorie e proteine: così da garantire un apporto congruo di nutrienti attraverso un numero inferiore di pasti. Ragion per cui, in questi casi, si possono sostituire piccoli pasti con bevande nutrienti dolci o saporite. Tra gli alimenti da prediligere, gli esperti raccomandano il consumo di:

  • cereali integrali
  • legumi ben cotti (anche in crema)
  • pesce (meglio se azzurro)
  • verdure di stagione.

Da limitare invece il ricorso a:

  • carni rosse e lavorate (salumi, insaccati)
  • formaggi molto grassi 
  • tutti gli alimenti a base di amido (a base di frumento, patate, mais) composti da zuccheri semplici, responsabili dell’aumento dell’indice glicemico

Ci sono poi altre indicazioni che vengono fornite sulla base dei bisogni del singolo paziente, per fronteggiare la comparsa di effetti collaterali quali la nausea e il vomito:

  • suddividere i pasti in 5-6 spuntini, affinché lo stomaco non resti mai vuoto
  • Il cibo deve essere a temperatura ambiente o tiepido, mai bollente
  • Non assumere grandi quantità di liquidi durante i pasti, ma arrivare all’obiettivo di 8/12 bicchieri di liquidi al giorno
  • Non dimenticarsi mai dei cibi ricchi di sodio o potassio (banane, succo di pesca e albicocca, datteri, albicocche disidratate, mango essiccato)

Se l’alimentazione naturale è possibile, è consigliata l’elaborazione di un piano dietetico il più possibile rispondente alle preferenze del paziente.

Quando la dieta non basta, ci sono i supplementi orali

A fronte di dati epidemiologici che portano a stimare che almeno 6 pazienti su 10 hanno problemi di malnutrizione, i casi realmente diagnosticati in Italia sono inferiori al 10 per cento. E nella quasi totalità di questi la nutrizione artificiale necessaria a sopperire alle lacune della dieta viene avviata troppo tardi, quando il paziente è già in fase terminale. Diversi i supporti nutrizionali utilizzati – in forma liquida, semisolida, in polvere o crema – per completare l’apporto di macro e micronutrienti. Nei casi più gravi è possibile ricorrere a somministrazioni direttamente nell’apparato digerente (via enterale) o nel circolo sanguigno (parenterale).

La richiesta dei pazienti: i supporti nutrizionali nei LEA

Il bisogno formativo e informativo in questo ambito è ancora molto elevato. Da qui l’idea di dedicare un documento così ampio al tema della nutrizione in oncologia, che nelle prossime settimane sarà tradotto anche in italiano, affinché a diffonderlo sia direttamente anche il ministero della Salute. D’altra parte la cura della nutrizione in ambito oncologico – in quanto supporto alle terapie – rientra nei tre pilastri fissati dalla Commissione Europea per rendere più efficace la risposta nei confronti dell’epidemia dei tumori. Eppure, ancora oggi, non tutti i malati riescono a esercitare il diritto a ricevere cure adeguate. Questo perché le strutture di nutrizione clinica non sono presenti in tutti i centri oncologici, ma risultano ben distribuite soltanto nelle Regioni del Nord. «La terapia di supporto nutrizionale deve essere inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza, così da poter risultare disponibile e gratuita per tutti», è quanto richiesto da Francesco De Lorenzo, presidente di AIMAC e della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), che riunisce oltre 500 realtà non profit impegnate su tutto il territorio nazionale.

Per saperne di più: 

Clinical and economic value of oral nutrition supplements in patients with cancer: a position paper from the Survivorship Care and Nutritional Support Working Group of Alliance Against Cancer – «Supportive Cancer Care»

Neoplasia e perdita di peso: che cosa bisogna fare – FAVO

Linee guida Prevenzione e trattamento della cachessia neoplastica – Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)

Linee guida Nutrizione clinica nel cancro – The European Society for Clinical Nutrition and Metabolismv

La vita dopo il cancro: consigli utili per il ritorno alla normalità – FAVO

Linee Guida lungoviventi – Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)

Alimentazione durante le terapie oncologiche – Il quaderno di Fondazione Umberto Veronesi

Cancer Treatment and Survivorship Cancer Plans – ASCO

La campagna sul diritto all’oblio oncologico – Associazione Italiana di Oncologica Medica (AIOM)

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