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La rianimazione cardiopolmonare può salvare la vita

Manovra di primo soccorso effettuata su un manichino

Indice

“AR IRC”. È questo il nome della app lanciata poco più di tre anni fa per promuovere l’educazione alla rianimazione cardiopolmonare. Il percorso interattivo, disponibile sia per Android sia per iOS, è arricchito di contenuti di apprendimento multimediali per scoprire come effettuare le manovre di disostruzione pediatriche e come realizzare un corretto massaggio cardiaco. I video interattivi – disponibili inquadrando con la fotocamera del proprio dispositivo le immagini delle manovre stampate sui manuali – aiutano a capire come comportarsi in caso di emergenza.

Arresto cardiaco: il primo soccorso fa la differenza

Ogni anno 400mila persone in Europa (60mila in Italia) muoiono per arresto cardiaco improvviso. Il 70 per cento degli arresti cardiaci, avviene in presenza di altre persone che potrebbero iniziare subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare, ma ciò accade soltanto in una quota minima (15 per cento) dei casi. Il motivo è che chi si ritrova accanto a una vittima spesso non è formato, non sa riconoscere un arresto cardiaco o comunque non si sente in grado di intervenire. Eppure, fornendo il proprio contributo nei primi minuti dopo l’arresto, le possibilità di sopravvivenza raddoppiano o triplicano. Motivo per cui aumentare il numero di persone in grado di prestare i soccorsi necessari attraverso un’adeguata sensibilizzazione e formazione permetterebbe di salvare ogni anno migliaia di vite.

In cosa consiste la rianimazione cardiopolmonare?

Se chi si ritrova nei paraggi di una persona colpita da un arresto cardiaco iniziasse la rianimazione cardiopolmonare (massaggio cardiaco più eventuale utilizzo del defibrillatore) prima dell’arrivo dell’ambulanza, le possibilità di sopravvivenza aumenterebbero di 2-3 volte. Percentuali che, tradotte in numeri, determinerebbero una riduzione di 12-15mila decessi, soltanto nel nostro Paese. L’uso del defibrillatore prima dell’arrivo dei soccorsi svolge un ruolo chiave nel migliorare la sopravvivenza delle persone colpite da un arresto cardiaco al di fuori di un ospedale. Il training è fondamentale, dal momento che la legge 120 del 2001 parla chiaro: per poter utilizzare un defibrillatore se non si è medici, occorre l’autorizzazione rilasciata dal 118, previo un corso di formazione in rianimazione cardiopolmonare effettuato da un’agenzia accreditata in Regione. Eppure, come dimostrato in una serie di studi pubblicati negli ultimi anni, anche l’utilizzo da parte di una persona non adeguatamente formata è in grado di fare la differenza.

La formazione fa la differenza

A dimostrazione dell’efficacia di un intervento formativo sui più giovani, ci sono anche i dati pubblicati sulla rivista Internal and Emergency Medicine e relativi al progetto “ScuolaSalvaVita”: condotto a Pavia, è stato il primo con cui sono stati formati gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado di un’intera provincia, potendo contare sul contributo degli insegnanti (a loro volta precedentemente formati). A distanza di tre e sei mesi dal corso, nove ragazzi su dieci ricordavano la teoria della rianimazione cardiopolmonare. Anche l’esito della verifica pratica è stato soddisfacente. I risultati del test sul manichino hanno dimostrato come i ragazzi, dopo diversi mesi dalla formazione di un’ora fornita dai loro insegnanti nell’ambito del progetto, sappiano eseguire un massaggio cardiaco sovrapponibile a quello degli adulti che hanno frequentato un corso tradizionale di cinque ore.

Manovre salvavita per i bambini

Stesso discorso valido quando si è di fronte a un bambino colpito da un arresto cardiaco. L’evento è molto meno frequente ed è spesso determinato da altre cause: una malattia, un trauma o più semplicemente l’ostruzione delle vie aree a causa di un residuo alimentare. La mancata circolazione dell’ossigeno, in tutti questi casi, può compromettere in maniera irrimediabile il funzionamento di organi essenziali per la vita (polmoni, cuore, fegato, cervello). Anche in questo caso, l’immediata esecuzione delle manovre per liberare le vie aree da cibo o corpi estranei – da parte di genitori, insegnanti o anche semplici cittadini – può essere determinante per salvare una vita (in Italia ogni anno circa 40 bambini, perdono la vita per soffocamento causato dall’ostruzione delle vie aeree).

 

Per saperne di più:

Impara la rianimazione cardiopolmonare: il video, Italian Resuscitation Council

Arresto cardiaco: le linee guida per il primo soccorso durante la pandemia di Covid-19, Fondazione Umberto Veronesi

Arresto cardiaco: si sopravvive di più se funziona il primo soccorso, Fondazione Umberto Veronesi

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