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Tutte le spese che sono chiamati a sostenere i malati di cancro

medico che scrive referto

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Il servizio sanitario nazionale dovrebbe assicurare l’accesso agli esami e alle cure gratuitamente a tutti i pazienti oncologici. Un’opportunità garantita da una specifica esenzione (048), di cui si dispone dal momento in cui la diagnosi è certificata. Nonostante ciò, una parte delle spese richieste dal percorso di cura continua a essere a carico dei malati di cancro. In media, infatti, ognuno di loro arriva a spendere quasi duemila euro ogni anno per sottoporsi a esami, visite specialistiche e terapie di supporto. Questi i dati che emergono da un’indagine condotta dalla Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), dall’Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici (Aimac) e dagli Istituti Nazionali dei Tumori di Milano e di Napoli (Fondazione Pascale). I risultati, pubblicati su “The European Journal of Health Economics”, sono lì a testimoniare che l’offerta del servizio sanitario non è sufficiente a rispondere alla domanda.

Come e quanto il cancro impatta sulla vita dei pazienti oncologici

In 39 punti di accoglienza e informazione di Aimac presenti nei maggiori centri di diagnosi e cura del cancro in Italia, sono stati intervistati quasi 1.300 pazienti che avevano ricevuto una diagnosi tra il 1985 e il 2018. Obiettivo: indagare la misura in cui i malati avessero attinto ai propri risparmi per portare avanti il percorso terapeutico più indicato per la propria malattia. Il sondaggio era composto da 38 domande per quantificare le spese mediche e non mediche affrontate direttamente dai malati per colmare carenze e ritardi del servizio sanitario nazionale. Le risposte fornite dai pazienti hanno rivelato una spesa media sostenuta da ognuno di loro nell’arco di un anno di 1.841 euro.

Esami diagnostici, viaggi, alloggi e trattamenti di supporto: ecco il dettaglio delle spese a carico dei malati

La voce che più sembra incidere sulle spese sostenute direttamente dai pazienti è quella relativa agli esami diagnostici (riportata dal 51,4 per cento di loro). Segno che i malati sono consapevoli che le lunghe attese incidono pesantemente sui ritardi diagnostici e si ritrovano obbligati a ricorrere al privato per superare le carenze del servizio sanitario nazionale. A seguire: il costo dei mezzi di trasporto (45,1 per cento), le visite specialistiche successive alla diagnosi (45,1 per cento), l’acquisto di farmaci non oncologici (28,5 per cento) e le spese per l’alloggio lontano dalla propria residenza (26,7 per cento). Tra le altre voci di spesa più di frequente rilevate, infine, ci sono l’erogazione di trattamenti di supporto (psicoterapia e fitoterapia), i consulti con il nutrizionista, l’acquisto di protesi, parrucche e sedie a rotelle e le visite a domicilio effettuate da medici e infermieri. L’indagine ha evidenziato infine che a incidere sulla spesa per la diagnostica (in media: 259 euro all’anno) potrebbero essere anche esami prescritti in maniera inappropriata. E che, non essendo ritenuti necessari in una valutazione che incrocia i costi e i benefici, vengono lasciati a carico dei pazienti.

Spendono di più i pazienti oncologici del Centro e del Nord Italia

Stando alle conclusioni dello studio, uscito a poche settimane dalla Giornata mondiale contro il cancro (4 febbraio), le spese citate hanno un impatto più significativo tra coloro che vivono nelle Regioni del Centro e del Nord del Paese. Questo perché – secondo i ricercatori – i pazienti che vivono nell’area più ricca della Penisola spendono spesso di più anche perché possono contare su una maggiore disponibilità di strutture private in grado di offrire quelle prestazioni per cui nel pubblico è spesso necessario attendere a lungo. Opportunità che spesso invece non è alla portata dei pazienti che vivono nel Mezzogiorno e nelle aree interne. Così chi può sceglie di curarsi lontano da casa. Chi non ne ha i mezzi, spera che sia il servizio pubblico a garantirgli ciò di cui ha bisogno. Con esiti non sempre corrispondenti a quelli auspicati.

I meno tutelati sono i pazienti fragili

Ad attingere maggiormente ai propri risparmi, nell’ampio ventaglio dei pazienti oncologici, sono soprattutto coloro che affrontano la ripresa di una malattia diagnosticata anni addietro. Questo vuol dire che nelle prime fasi di cura, i pazienti oncologici riescono a beneficiare maggiormente dell’offerta del servizio sanitario nazionale. Cosa che accade meno di frequente, invece, nelle fasi successive della malattia.

Per saperne di più:

Out-of-pocket costs sustained in the last 12 months by cancer patients: an Italian survey-based study on individual expenses between 2017 and 2018, The European Journal of Health Economics

The association of financial difficulties with clinical outcomes in cancer patients: secondary analysis of 16 academic prospective clinical trials conducted in Italy, Annals of Oncology 

Out-of-pocket costs for cancer survivors between 5 and 10 years from diagnosis: an Italian population-based study, Supportive Care in Cancer

 

 

 

 

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