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Tumore al polmone: RISP, lo screening per la diagnosi precoce

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Seppur con oltre due anni di ritardo rispetto alle previsioni, è partito nelle scorse settimane il programma «RISP» per la diagnosi precoce del tumore al polmone, coinvolgendo 18 centri lungo la Penisola (qui l’elenco completo). L’indagine – riservata a persone adulte (55-75 anni), forti fumatori (un pacchetto al giorno per più di trent’anni o trenta sigarette al giorno per almeno vent’anni) o ex da meno di quindici anni – punta a coinvolgere 7.300 persone da monitorare con cadenza regolare (uno o due anni, a seconda anche del grado di rischio) attraverso la TAC spirale. E da supportare, negli stessi centri coinvolti o negli ambulatori sul territorio più vicini al luogo di residenza di una persona, nel percorso di disassuefazione dal fumo di sigaretta. L’obiettivo è anticipare le diagnosi di tumore al polmone che, nelle prime fasi, è silente e difficile da intercettare. Con la TAC spirale a basso dosaggio, inoltre, è possibile fotografare anche il rischio globale di sviluppare altre malattie correlate al fumo, come l’enfisema polmonare e l’infarto del miocardio.

Tumore al polmone: una malattia troppo spesso ancora difficile da curare

Di tumore del polmone, nelle sue varie forme, ogni anno si ammalano all’incirca 41mila italiani. Terzo in termini di incidenza (nuove diagnosi) alle spalle soltanto dei tumori al colon-retto e al seno, è però primo tra le cause di morte: negli uomini e da un paio d’anni in Europa anche nelle donne. Oltre 35mila le vittime conteggiate ogni anno soltanto in Italia. Segno che, mai come al cospetto di questa malattia, vista l’alta aggressività, avere una diagnosi precoce può fare la differenza. Quali opportunità ha un forte fumatore adulto – visto che il fumo di sigaretta è considerato responsabile di otto casi di malattia su dieci – per scovare la malattia in tempo utile?

Lo screening può salvare (o allungare) la vita

Diversi studi clinici hanno dimostrato che l’utilizzo della TAC a basso dosaggio (spirale) può ridurre di circa il 20 per cento la mortalità per questa malattia nei forti fumatori. Il risultato è dovuto all’anticipazione delle diagnosi, che permette di riscontrare il settanta per cento dei nuovi casi di malattia agli stadi 1A e 1B: tumori di dimensione quasi sempre contenuta, che non hanno ancora colpito i linfonodi né generato metastasi a distanza. Come tali, dunque, rispondono meglio alle terapie. A partire dalla chirurgia, a cui non si ricorre per diagnosi in fase più avanzata. Con un impatto inevitabile sulla prognosi, nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi anni grazie alla progressiva introduzione dell’immunoterapia e dei farmaci a bersaglio molecolare fin dalle prime fasi di trattamento.

«Programma RISP»: a piccoli passi verso uno screening nazionale

«RISP» (qui la scheda per iscriversi) avrà durata biennale. L’obiettivo, una volta raccolti i risultati, è porre le basi per l’inserimento dello screening polmonare all’interno dei livelli essenziali di assistenza. Alla stregua, di fatto, dei programmi di prevenzione secondaria del tumore al seno, al colon-retto e alla cervice uterina. La Commissione Europea, pochi giorni fa, ha lanciato una nuova iniziativa volta a rafforzare la prevenzione e facilitare la diagnosi precoce dei tumori. Una delle malattie per cui è prevista un’intensificazione dei controlli preventivi è proprio il carcinoma polmonare e l’Unione Europea nei prossimi mesi emanerà una direttiva ad hoc. I sistemi sanitari nazionali saranno chiamati a partecipare attivamente all’avvio di programmi di screening strutturati per il tumore del polmone negli individui a rischio. «RISP» rappresenta il primo passo in questa direzione.

Ma il primo passo è smettere di fumare

Indipendentemente dall’efficacia dello screening, il primo passo da compiere per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore del polmone è smettere di fumare, dal momento che 8 diagnosi su 10 sono determinate proprio dalle sigarette. Il beneficio andrebbe ricercato a maggior ragione tra i fumatori, con un counseling specifico che potrebbe essere avviato proprio in concomitanza con l’accesso a un programma di screening. Da qui l’attenzione data anche alle iniziative di cessazione dal fumo, che dovranno andare di pari passo con la pianificazione delle indagini per la diagnosi precoce del tumore al polmone. Sono diversi d’altra parte gli studi che segnalano come un approccio empatico, contando sulla motivazione di una persona che entra in ospedale per sottoporsi a uno screening, può allontanare un fumatore dalla dipendenza.

Per saperne di più:

NELSON Study Shows CT Screening for Nodule Volume Management Reduces Lung Cancer Mortality by 26 Percent in Men, International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC)

Reduced Lung-Cancer Mortality with Volume CT Screening in a Randomized Trial, New England Journal of Medicine

Smoking Cessation Services Widely Accepted During Lung Cancer Screenings, International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC)

Linee guida 2021 neoplasie al polmone, Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)

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