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Sonno: come aiutare i nostri bambini a dormire meglio

bimbo che dorme in un letto con accanto smartphone

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Ormai nemmeno i bambini sono così sicuri di poter dormire a lungo. Diversi studi scientifici, infatti, ci dicono che nei primi tre anni di vita quasi 1 su 3 presenta un disturbo del sonno. Una quota rilevante che, sebbene tenda a ridursi con gli anni che passano, viene tenuta in considerazione dagli esperti. Un riposo notturno inadeguato interferisce infatti con quelle che sono considerate delle priorità per i più piccoli: processi di crescitasviluppo delle difese immunitarie, aumento della concentrazione e delle capacità decisionali.

Entro i due anni, i bambini dovrebbero dormire almeno undici e non più di quattordici ore al giorno: compresi i sonnellini. Nella fascia d’età 3-5 anni dovrebbero riposare da dieci a tredici ore al giorno. Durante il periodo scolastico, fino a 12 anni, il tempo da dedicare al sonno dovrebbe essere compreso tra nove e dodici ore. Il tempo da dedicare al riposto scende a otto-dieci ore negli adolescenti (13-18 anni). Eppure i problemi del sonno colpiscono ben il 35-40 per cento dei bambini e ragazzi italiani. Questo accade spesso perché vanno a letto tardi o si svegliano troppo presto, per andare incontro alle esigenze familiari.

Tra i principali disturbi del sonno in età pediatrica, gli esperti segnalano quelli respiratori. Un bambino su tre tra i 2 e i 6 anni russa in maniera occasionale, ma c’è anche chi lo fa abitualmente. Un problema che ha tre possibili cause: l’ipertrofia delle tonsille, la presenza di malformazioni delle ossa facciali o l’obesità. Tutte condizioni che, nei primi anni di vita, hanno un impatto deciso sul sonno dei più piccoli. Come riconoscere la presenza di un disturbo respiratorio in un bambino? A differenza di quanto osservabile negli adulti, tra cui è la sonnolenza diurna a rappresentare la spia più attendibile di un riposo notturno troppo breve o di scarsa qualità, il primo segno che ci ricordano i pediatri è l’ipercinesia. Ovvero l’attitudine a compiere un numero eccessivo di movimenti involontari, che rimandano a una scarsa applicazione mentale. Altre problematiche del bambino correlate al momento del riposo sono il sonnambulismo e la sindrome delle gambe senza riposo. La loro frequenza risulta più alta nella tarda infanzia. 

Fin qui, l’inquadramento dei disturbi. Tralasciando un attimo le prime due possibili cause, vorrei soffermarmi sull’ultima, che di fatto è causa ed effetto della sedentarietà. E, più in generale, ci permette di parlare di corretti stili di vita. Ci sono innanzitutto alcune indicazioni che possiamo seguire a tavola per conciliare il sonno. Quanto ai più piccoli, gli esperti consigliano inoltre di definire orari e metodi certi nel tempo per il riposo notturno. Un bambino deve essere accompagnato dai genitori in questa fase mediante la messa in atto di alcuni rituali: come lavare i denti, mettere il pigiama, leggere o raccontare una fiaba. Si tratta di semplici azioni che, ripetute ogni sera, aiutano a segnalare l’avvicinarsi del momento di andare a letto e tranquillizzano il bambino che si appresta ad affrontare la fase del sonno.

C’è troppa il grande tema – dilagante, ormai – dell’uso dei dispositivi tecnologici da parte dei più piccoli? Senza addentrarci su tutte le possibili ripercussioni sulla salute, limitiamoci a quello che può essere l’impatto sul riposo notturno. Il “tecnostress” – come definito dallo psicologo americano Craig Broad nel 1984 quello provocato dall’abuso di device tecnologici, in un’epoca in cui di fatto avevamo soltanto la radio, la tv e i primi computer – può interferire anche con i ritmi circadiani del sonno. Tra le aree cerebrali più colpite ci sono infatti i nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo, la formazione reticolare del tronco encefalico coinvolta nella regolazione dei ritmi sonno-veglia.

Per aumentare le ore destinate al sonno, occorre pertanto evitare l’impiego di telefoni cellulari, tv, tablet e altri dispositivi elettronici in camera da letto: fonte di una quantità eccessiva di raggi luminosi ritardano l’addormentamento. Altri consigli utili: meglio non programmare attività extra-scolastiche troppo impegnative e mantenere una certa regolarità nelle ore di sonno e di veglia tra i giorni feriali e quelli festivi.

Per saperne di più:

Le 10 regole d’oro per il sonno dei bambini – Società Italiana di Pediatria

Il sonno dei bambini, dalla nascita ai primi anni – Uppa Magazine

Il sonno dei bambini: i consigli degli esperti – Irccs Istituto Auxologico, Milano

Il sonno dei bambini: i consigli degli esperti – Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, Roma

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