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Integratori alimentari: un’abitudine per 7 universitari su 10

barattolo di vitamine aperto su un tavolo

Indice

Un supporto in molti casi non necessario. Ma cercato con insistenza. Gli studenti universitari italiani sembrano non poter fare a meno degli integratori. A consumarne – di varia natura (proteici, multivitaminici e salini, energetici) e con diverse finalità (per migliorare le performance di apprendimento e quelle fisiche) – sono oltre 7 di loro su 10. A non potervi fare a meno, come si evince da uno studio pubblicato sulla rivista “Nutrition”, sono soprattutto le ragazze, che a differenza dei coetanei si rivolgono a un medico prima di fare incetta di bustine e compresse. Considerando che il ricorso agli integratori è utile soltanto in circostanze limitate, e sempre sotto controllo medico, i risultati dell’indagine sottolineano la necessità di mettere a punto interventi di educazione nutrizionale rivolti a questa fascia della popolazione, al fine di aumentare le conoscenze sui possibili benefici e rischi legati alla supplementazione della dieta.

Oltre 7 universitari su 10 fanno uso di integratori

I 33 ricercatori coinvolti – coordinati dalle ricercatrici Francesca Gallè (docente di igiene generale e applicata all’Università di Napoli Parthenope e coordinatrice della ricerca), Carmela Protano (docente di igiene dell’Università di Roma La Sapienza) e Federica Valeriani (ricercatrice in igiene dell’Università di Roma Foro Italico) – hanno sottoposto un questionario a quasi 2.200 studenti iscritti a 12 università italiane. Le domande formulate tra ottobre 2021 e maggio scorso erano volte a raccogliere informazioni sociodemografiche (da cui è emerso un elevato livello di istruzione di entrambi i genitori in oltre 1 caso su 3), legate agli stili di vita (complessivamente votati alla salute: la maggior parte degli studenti era normopeso, non seguiva diete né praticava attività sportive, non fumava e consumava alcolici 2-4 volte al mese) e al consumo di integratori alimentari (tipologia, canali di acquisto, effetti collaterali). Obiettivo: stimare la diffusione dei loro consumi e valutare la maggiore o minore penetranza in diverse categorie di studenti. È così emerso che il 71,5 per cento del campione osservato aveva fatto uso di integratori alimentari nei sei mesi precedenti la rilevazione.

Le ragioni di questa scelta

A prevalere, soprattutto le ragazze (73,8 per cento): apparse però più attente nella valutazione delle proprie abitudini, come testimonia il più frequente ricorso al parere di un medico e la maggiore attitudine ad acquistare gli integratori in farmacia (tra i ragazzi sono stati rilevati tassi più alti di acquisto nei supermercati e sui siti specializzati). Ma perché così tanti giovani, sulla carta in buona salute, fanno ricorso agli integratori? “Per migliorare complessivamente lo stato di salute”, è stata la risposta più frequente fornita dagli universitari. Se non per alcune categorie della popolazione, come per esempio le gestanti (si pensi all’acido folico) e gli anziani (a fronte di carenze documentate). L’incremento delle performance fisiche e mentali e il recupero più veloce a seguito di una malattia sono le altre ragioni che spingono i giovani italiani a fare incetta di integratori. Una scelta dietro cui si nascondono le indicazioni più variegate: da quelle fornite dai nutrizionisti e medici (secondo quasi 1 studente su 2) a quelle proprie (18,4 per cento), dai suggerimenti di parenti, amici e compagni di corso (16,1) a quelli di farmacisti (10,2) e personal trainer (4,2). Fino alla pubblicità (2,9). L’abitudine a praticare uno sport (soprattutto individuale) e l’adozione di diete vegetariane o di altri regimi alimentari restrittivi sono risultati correlati a un maggiore utilizzo di integratori.

In cima alla lista dei consumi gli integratori di vitamine e sali minerali

Ma quali tipologie di supplementi assumono gli studenti italiani? Soprattutto quelli a base di vitamine e sali minerali (come dichiarato dal 35,3 per cento del campione), gli integratori a base di magnesio (28,8), di probiotici (26,6), di vitamine C e D (23,2), vitamine del gruppo B (20), di potassio (18,4), di ferro (18,2), di melatonina (17), di caffeina (15,2), di acido folico (13,2), delle vitamine A (9,5) ed E (9,4). Serviranno ulteriori ricerche per caratterizzare meglio questo fenomeno, ma è evidente che l’utilizzo di integratori da parte dei giovani adulti italiani rappresenti un ambito di significativo interesse per chi si occupa di salute. Un adeguato apporto di tutti i micronutrienti è fondamentale per garantire il normale funzionamento di questo organismo. Considerando che la dieta mediterranea è spesso in grado di favorire un apporto completo e variegato di questi composti, il ricorso agli integratori dovrebbe avvenire sempre dietro un’indicazione specialistica che tenga conto del sesso, dell’età, delle condizioni di salute e delle attività quotidiane che svolge ogni singola persona.

 

Per saperne di più:

Integratori: se i benefici dipendono soltanto dalla nostra mente, Fondazione Umberto Veronesi

Vitamine: quando si è sani, non servono integratori, Fondazione Umberto Veronesi

Carenze di vitamine e rischio di cancro, Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC)

Gli integratori prevengono malattie cardiovascolari e tumori?, Istituto Europeo di Oncologia

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