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Apnee ostruttive del sonno: attenzione (anche) al sale nella dieta

Illustrazione di come funziona apnea notturna ostruttiva su immagine di donna che dorme

Indice

Secondo alcuni recenti studi, il cinque per cento della popolazione italiana è soggetta ad apnee ostruttive del sonno. Essendo un problema non avvertibile dal soggetto, potrebbe essere sottostimato e quindi potenzialmente molto pericoloso, soprattutto perché può portare a sonnolenza durante il giorno e a colpi di sonno potenzialmente letali quando ci si trova alla guida. Non è quindi un caso l’Italia, negli anni scorsi, abbia recepito una direttiva Europea che obbliga le persone che soffrono di apnee ostruttive a sottoporsi a un approfondito controllo medico durante il rilascio o il rinnovo della patente.

Apnee ostruttive del sonno (Osas): di cosa si tratta?

L’acronimo Osas, in inglese, sta per sindrome delle apnee ostruttive del sonno. Si tratta una malattia cronica associata al russamento, caratterizzata dalla comparsa di ripetuti episodi ostruttivi durante il sonno che provocano l’interruzione del respiro. Si stima che in Italia sia affetto circa il venti per cento della popolazione. La sua pericolosità è sottostimata e l’unico handicap che si mette in evidenza è il russamento, considerato quasi come inevitabile nell’essere umano e curiosa fonte di discordia nelle relazioni di coppia. Le apnee del sonno determinano alterazioni respiratorie e cardiocircolatorie che frammentano la fisiologica funzione del sonno: con una conseguente sonnolenza diurna e la riduzione delle performance intellettive. Questi sintomi, nascosti e sottovalutati dai più, sono alla base di un’alta percentuale di incidenti stradali che, secondo l’Istat, sono quarantamila in Italia e circa 240mila in tutta l’Unione Europea. Al punto che oggi c’è chi inizia a definire l’Osas come il killer silenzioso della strada. La sindrome delle apnee ostruttive del sonno può inoltre essere correlata a fattori di rischio, quali obesità, ipertensione, diabete, che causano gravi ripercussioni per la salute: come l’infarto miocardico o l’ictus cerebrale 

L’importanza dell’alimentazione

Detto ciò, e fatta chiarezza su come si possa arrivare alla diagnosi di sindrome delle apnee notturne, l’unica arma a disposizione di tutti (affetti da Osas e non) è fare in modo di riposare un numero di ore ogni notte. Importante, in tal senso, è anche ciò che si mangia a cena. Il pasto non deve essere abbondante e dovrebbe escludere alcol, caffè, cioccolato, cacao, tè, curry, pepe, paprika, alimenti in scatola, patatine e salatini. Attenzione più in generale va posta anche al consumo di cibi troppo salati, come dimostra uno studio appena pubblicato sulla rivista “Respiratory Research”.  Favorenti il riposo sono invece pasta, riso, pane, orzo, lattuga, radicchio rosso, cipolla, aglio, zucca, rape, cavolo, crucifere, formaggi freschi, yogurt, uova bollite.

Osas: cura e diagnosi delle apnee del sonno

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno è diagnosticabile e curabile sia con metodi invasivi chirurgici sia con una terapia medica e ortodontica. La comunità scientifica è comunque al lavoro per individuare nuove soluzioni terapeutiche per le Osas. L’obiettivo ultimo è arrivare a rendere disponibile una terapia alternativa al Cpap, la “maschera” che chi soffre di apnee ostruttive del sonno deve indossare per tutta la notte. Il dispositivo, erogando una pressione positiva per tenere aperte le vie aeree superiori, evita i restringimenti della mucosa delle vie aree e favorisce un afflusso costante di ossigeno verso il cervello. Ma la tolleranza dei pazienti non è sempre massima e sono tutt’altro che infrequenti i casi di abbandono della terapia. Nei casi più gravi di apnee ostruttiva – disturbo che colpisce circa il dieci per cento della popolazione mondiale, vale a dire almeno seicento milioni di persone – si può ricorrere all’intervento chirurgico per “liberare” le vie aeree e favorire il passaggio dell’ossigeno anche durante il sonno.

 

Per saperne di più:

Apnee ostruttive del sonno: con poco sonno si prepara il cervello alla demenza, Fondazione Umberto Veronesi

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