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Fibromialgia, una malattia difficile da riconoscere (e curare)

donna di spalle che si tocca il collo dolorante

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È una malattia a tutti gli effetti, anche se spesso i primi a non riconoscerla sono i medici. Gli stessi che talvolta la definiscono «invisibile», sebbene a soffrirne, soltanto in Italia, siano fra i tre e i quattro milioni di individui. Eppure la fibromialgia è la malattia reumatica più diffusa, dopo l’artrite. Di cui torno a parlarvi anche alla luce dei numeri fatti registrare dal podcast registrato insieme ad Alessandro Tomelleri, che è possibile riascoltare anche su questo sito.

Fibromialgia: come riconoscerla?

Stanchezza al risveglio, dolore, senso di fatica, concomitanza di sintomi gastroenterici come gastrite, infiammazione intestinale, mal di testa e vertigini sono i segni che più spesso vengono riferiti dai pazienti. L’esordio della fibromialgia è in genere subdolo. Il sintomo principale è il dolore diffuso (a muscoli, cute, legamenti e tendini). A questo si aggiungono poco alla volta una serie di sintomi sistemici: dai disturbi del sonno all’astenia, dalla rigidità mattutina fino anche alla depressione. Il mosaico è di difficile composizione anche perché la fibromialgia non è associata ad alcuna alterazione (fisica, biologica o strumentale) e la diagnosi è basata strettamente sulla valutazione dello specialista (immunologo clinico o reumatologo).

Fibromialgia: come riconoscerla?

Più che di una malattia a carico di muscoli e tendini, le più recenti ricerche considerano la fibromialgia un disturbo del sistema nervoso centrale. Il malessere deriverebbe da un’eccessiva percezione del dolore a livello cerebrale. Al momento per la cura si utilizzano diversi approcci. Quanto ai farmaci, si ricorre ad anticonvulsivanti, antidepressivi e oppiodi. Spesso, però, la terapia è abbinata al supporto psicologico e alla riabilitazione fisica. Oltre ai disturbi a carico di ossa, muscoli e articolazioni, la fibromialgia può ripercuotersi anche sull’apparato digerente. Secondo alcune ricerche, infatti, fino a 7 persone su 10 tra coloro che ricevono una diagnosi di sindrome del colon irritabile hanno anche la fibromialgia. E viceversa. Un dato che conferma di quanto ricercatori e clinici ipotizzano da tempo. Ovvero che i legami tra le malattie reumatiche e i disturbi del tratto digerente, in ragione di alcuni meccanismi infiammatori condivisi, sono ben più profondi di quanto si possa immaginare. Non è un caso che chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e retto colite ulcerosa) risulti più a rischio per esempio di sviluppare l’osteoporosi.

Fibromialgie e microbiota intestinale: quale relazione?

Il sospetto è che a giocare un ruolo non trascurabile sia anche il microbiota: l’insieme di batteri, virus e parassiti che popolano l’intestino. Oggi questa pattuglia di microrganismi risulta «indagata» per una molteplicità di condizioni: dall’obesità ai disturbi dell’umore, in ragione di un legame ormai comprovato tra l’intestino e il cervello. Le scoperte sulle proprietà del microbiota – sulla cui composizione incide innanzitutto la dieta – sono recenti e comprendono, oltre a un effetto barriera contro gli agenti esterni, una funzione di regolazione dei meccanismi infiammatori. Da qui l’idea di poter intervenire, anche se non è ancora chiaro come, con la dieta per compensare i sintomi della fibromialgia.

Fibromialgia: i consigli per la tavola

Secondo una ricerca pubblicata qualche anno fa sulla rivista «Rheumatology International», eliminando il glutine dalla dieta di un campione di persone affette da fibromialgia si potrebbe ottenere una significativa riduzione del dolore e un miglioramento della qualità di vita. Benefici sembrano emergere anche da una dieta ricca di frutta e verdura, con predilezione per i vegetali dotati di proprietà antiossidanti: dai mirtilli alle ciliegie, dagli spinaci ai peperoni, dai cereali integrali al riso nero. La ricerca ci dice che la soluzione potrebbe risiedere nel dotarci di una flora batterica amica. Un secolo fa il Nobel Ilya Mechnikov proponeva di cambiare il microbiota con lo yogurt. Potrebbe essere quest’ultima l’idea vincente. A patto, però, di inserirci i microbi giusti.

Per saperne di più:

Fibromialgia: cos’è e come curarla, Istituto Superiore di Sanità

Fibromyalgia and non-celiac gluten sensitivity: a description with remission of fibromyalgia, Rheumatology International

Prevalence and Impact of fibromyalgia syndrome in a cohort of patients with inflammatory bowel disease, Annals of Rheumatic Disease

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